Cagliari è notoriamente la città delle infinite salite e discese. Dieci sono i colli che delineano un territorio urbano unico, di continui sali-scendi e ne caratterizzano le viste mozzafiato, su golfo, stagni, piane e monti circostanti. Un itinerario per godere, dai punti più alti della città, di tramonti struggenti e albe fumose, di panorami irripetibili.
1) Colle di Bonaria.
2)Calamosca
3)Sant’Elia
4)Sella del Diavolo
5)Monte Urpinu
6)Tuvixeddu
7)Castello
8)Monteclaro
9)San Michele
1)Bonaria: Piazzale Bonaria. Prospicente al Santuario, al Cimitero Monumentale e alla Basilica omonime. Si può godere di una splendida vista sul mare e sul porticciolo turistico di Su siccu. Il 19 giugno 1324, sotto una tenda d’assedio sul colle di Bonaria, fu firmata la pace tra il Comune di Pisa e la Corona d’Aragona, in guerra per la conquista dei territori oltremarini pisani nell’Isola. Con la firma del trattato i vincitori cambiarono la condizione giuridica dell’ex entità sardo-piisana da subordinata in assoluta, al fine di aggregare questi nuovi territori con specifica fisionomia istituionale alla Corona d’Aragona, rappresentata dalle leggi Monarchiche. Quindi, nel 1324, fu creato uno Stato ex novo : il Regno di Sardegna e Corsica. Alfonso IV d’Aragona, pur restando ferito, ebbe la meglio e in segno di gratitudine fece erigere sul colle di Bonaria una chiesa dedicata alla SS. Trinità e alla Vergine. Il colle di Bonaria, che sino poco prima era stato solitario e deserto, anche grazie alle poderose fortificazioni fatte erigere da Don Alfonso, si popolò ben presto di militari e delle loro famiglie e di tutti coloro che erano attratti dalla santità di frà Carlo Catalano e dei suoi confratelli religiosi, al cui convento era stata annessa la chiesa fatta costruire da Don Alfonso. Così la villa Bonaria o Castell de Bonayre (il cui perimetro era pressapoco compreso dalle odierne via Bottego, viale Cimitero, piazza San Cosimo, via De Gioannis, via Messina e via Milano) assunse il ruolo di capitale del Regno di Sardegna e di Corsica, ufficialmente dal 19 giugno 1324 al 10 giugno 1336. Il vasto fronte del complesso religioso si erge tuttoggi sulla collina omonima, preceduto da un’ampia scalinata e appartenente ai frati Mercedari fin dal XIV Secolo.
A piedi da piazza Matteotti: si percorre il lungoporto di via Roma, si prosegue diritti oltre il semaforo per viale Diaz, dopo il secondo semaforo sulla sinistra si trova l’imponente scalinata che porta sul colle di Bonaria. in cima le strutture clericali e monumantali omonime. 13 minuti circa.
In macchina da piazza Matteotti: sempre dritti per tre semafori, al quarto si svolta a sinistra, poi al primo semaforo a destra(salita di Bonaria). Alla sommità l’omonimo piazzale. 4 minuti.
In pullmanda piazza Matteotti: il 5 o il 30 0 il 30R o il 31.
2)CALAMOSCA:Promontorio sul mare, importante meta floristica, dove c’è il conosciuto faro e due importanti spiagge urbane, nonchè la ‘Cala Fighera’, rinomata meta naturistica per cgliaritani e stranieri. Sito molto frequentao da escursionisti e appassionati di trekking. In prospicenza la torre omonima, costruita nell’ambito del progetto difensivo attuato dagli spagnoli e risalente al 1638, come indica la lapide di marmosulla quale è presente anche lo stemma del Re di Spagna. La costruzione venne realizzata in calcare e ha una struttura massiccia con un diametro tre volte più grande del delle normali torri di guardia, che le permette di ospitare cannoni più grossi. La torre riuscì a resistere agli attacchi della Francia e ai continui tentativi di occupazione portati avanti durante la Rivoluzione. Nell’ottocent, all’edificio originario, venne aggiunto un cilindro superiore e il vicino faro. La struttura aveva anche il nome di Torre dei segnali, per il meccanismo attraverso il quale riusciva a mandare continui segnali al Castellorelativamente ai passaggi di navi. Appartiene oggi alla Marina Militare.
A piedi da piazza Matteotti: si percorre via Roma lungoporto, si prosegue diritti per viale Diaz, per tre semafori, poi ancora diritti per viale Poetto, si gira alla seconda traversa sulla destra, sempre dritti sino la spiaggia. Sulla destra è situata a poche decine di metri la scogliera meta naturistica. Sulla sinistra l’hotel e in cima la Torre. 30 minuti circa,
In macchina da Bonaria: si gira a destra in via Milano, tutto dritto sino il semaforo, poi a destra in via della Pineta, dritto ancora dopo il semaforo per viale Poetto, alla seconda traversa a destra sempre diritto sino il muretto sopra la spiaggia. Lasciare la macchina lì e proseguire a piedi. 6 minuti circa,
In pullman: il 5-11 (solo estivo feriale); l’11; il Pf o Pq sino viale Poetto.
3)CAPO SNT’ELIA.
Promontorio alto circa 150 metri sul mare. Bttuta zona di escursionisti con perdibile vista a 360 gradi sul golfo. In cima è situato l’omonimo faro, uno dei più antichi della Sardegna, attivato nel 1860 dal Regio Ufficio del Genio Civile. Ha una portata di 21 miglia. E’ costituito da un edificio a due piani sormontato da una torre cilindrica a strisce bianche e nere; la sua ottica è di tipo rotante ed è stato elettrificato nel 1937 per agevolare la vita e il lavoro dei faristi.Al suo interno si trovano gli alloggi di servizio, originariamente due, grandi circa 50 metri quadri. In seguito venne ricavato un unico appartamento a due piani.
A piedi da piazza Matteotti: stesso tragitto per Calamosca
In macchina : stessa strada per Calamosca. si gira due traverse prima della spiaggia in una strada sterrata e si sale sino la sommità. Lo stesso a piedi.
In pullman: 5-11 festivo estivo; 11 tutto l’anno; Pf o Pq sino viale Poetto.
4)SELLA DEL DIAVOLO: Caratteristica montagna sul mare. In parte zona militare, sulla cui forma gravita una leggenda popolare secondo cui sulla montagna sarebbe avvenuta la battaglia fra il diavolo e gli angeli, vinta da questi ultimi. Si racconta che i diavoli, ammaliati dalla bellezza del Golfo di Cagliari, cercarono di impadronirsene. Dio mandò i suoi angeli prediletti, guidati dall’arcangelo Michele, per scacciare Lucifero e i suoi adepti. La battaglia fu combattuta nei cieli del golfo e ad oggi ci sono ancora due teorie: la più conosciuta vuole che lucifero in fuga, fu disarcionatodal cavallo e perse la sua sella che si posò sullle acque del golfo e pietrificandosidiede origine al promontorio; l’altra racconta che il demone, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l’attuale forma. Da qui il nome Sella del Diavolo e quello del golfi degli Angeli. Si pensa che gli angeli mandati dall’oonnipotente ancora mantengano fede al compito e proteggano il golfo. Alla quota più alta del sistema collinare si trovano due cisterne, di cui una è sicuramente punica e l’altra probabilmente di epoca romana.Quella romana sorge a pochi metri dalla torre di Sant’Elia e dai ruderi dell’omonima chiesetta, a cui secondo la tradizione era annesso un monastero e secondo fonti attendibili venne usata durante tutto il medioevo per le esigenze idriche dei monaci. Il manufatto si presenta ancora in ottime condizioni e secondo un’altra antia leggenda cagliaritana prenderebbe il nome de ‘sa bocca de su tiaulu’, ovvero la bocca del diavolo. Leggenda secondo la quale un giovane di nome Bernardo, salito sul colle con una donna e distratto da lei, sarebbe precipitato in quella cisterna perdendo la vita. La donna, impazzita dal rimorso, avrebbe vagato per anni di casa in casa a chiedere sue notizie.
A piedi da piazza Matteotti: si percorre il lungoporto di viaRoma, si prosegue per viale diaz e ancora per viale Poetto. Alla seconda a destra si svolta, sempre dritti sino la piaggia di Calamosca. Poi si gira a sinistra in una strada sterrata e di fronte all’hotel si prende un sentiero a sinistra, tracciato di rosso. Si sale sino la sommita. Un’ora e mezza circa.
In macchina da Capo Sant’elia: Si scende sino viale Calamosca. Poi si percorre il viale sino la spiaggia, si svolta a destra e si parcheggia all’hotel. Si prosegue a piedi. 1 ora circa.
In pullman: il 5-11 estivi festivi; l’11 tutto l’anno; il Pq o il Pf sino viale Poetto.
5)MONTE URPINU:
Storico polmone verde della città. Da viale Europa(100 metri sul mare), meta soprattutto estiva dei giovani cagliaritani, si può godere di un meraviglioso panorama a 360 gradi su centro storico, stagni, golfo e hinterland per molti chilometri, sino il monte dei Sette Fratelli. Dà il nome all’omonimo quartiere residenziale. Il Parco di Monte Urpini prende il nome da un animale che abitava la zona montuosa dove poi è sorto: la volpe, che vi regnava insieme ad altri animali selvatici ed alla flora incontaminata, quando il monte era una zona impervia ed abbandonata. Il parco appena realizzato fu chiamato Monte Volpino, poi il suo nome fu trasformato in Urpinu dal nome della volpe nel dialetto locale. Solo nel 1939 la zona fu acquistata dal Comune di Cagliari per la costruzionedel parco, acquistata dal marchese di Sanjust che aveva rimboschito la zona. Oggi il parcoattrezzato tra l’altro di bar e parco giochi e sede di un prestigioso club tennistico, ospita numerose specie di piante e arbusti e di animali che vi abitano in totale libertà come fagiani, oche, anatre, pavoni, cigni,tartarughe e lucertole.
Da piazza Matteotti a piedi: si percorre il lungoprtici di via Roma, poi diritti per viale Diaz, arrivati alla fiera Campionaria della Sardegna(dopo tre semafori) si gira a sinistra in via Messina, si sale e si sbuca dopo tre incroci in via della pineta. Si svolta a sinistra e poi di nuovo la prim a destra in via Dexart, poi la prima a destra viale Europa. 20 minuti circa.
In macchina dalla Sella del Diavolo: si torna indietro per viale Calamosca, si imbocca sulla destra via Vergine di Luc, al semaforo sulla sinistra si gira per viale Poetto, si prosegue diritti per due semafori, ancora diritti in via della Pineta, all quinta traversa a destra si svolta in via Dexart, poi alla oprima a destra in viale Europa, alla sommità un ampio piazzale. 8 minuti circa.
In pullman da viale Calamosca: l’11 sino piazza REpubblica poi il 10 sino via Corsica. O solo 11 sino via Fracastoro.
6) TUVIXEDDU:
Da via Bainsizza è possibile godere di un meraviglioso panorama sullo stagno di Santagilla. Dà il nome alla necropoli punica circostante, situata tra i quartieri di San Michele e Sant’Avendrace. La necropoli di Tuvixeddu è la più grande necropoli fenicio-punica ancora esistente nel bacino del Mediterraneo e si estende su tutto il colle. Il nome Tuvixeddu significa ‘colle dei piccoli fori’, dal termine sardo ‘tuvu’ che sta per ‘cavità’, dovuto alla presenza di numerose tombe scavate nella roccia calcarea. Di particolare interesse, tra le tombe puniche, la Tomba dell’Ureo e la Tomba del Combattente, decorate con palme e maschere tutt’ora ben conservate. Oggi vi si vorrebbe realizzare un grande parco archeologico e naturalistico, all’interno del quale è prevista anche la costruzione di un museo che conservi i reperti e la storia del colle, anche se alcune imprese edilizie stanno realizzando numerosi interventi residenziali nella via Is Maglias. 6 minuti circa.
A piedi da piazza Matteotti: si percorre via Roma lato portici, si supera il semaforo, sempre dritto per viale Trieste, si gira alla seconda traversa a destra in via Pola, si sale superando l’incrocio e si arriva al culmine della strada, girando a sinistra in Corso Vittorio Emanuele, si rigira la prima a destra in Viale Merello, si sale, e poi si gira la prima a sinistra in via Vittorio Veneto, si rigira alla seconda traversa a destra in via Bainsizza, la si percorre tutta e al culmine si gira a sinistra sino il piazzale. 25 minuti circa.
In macchina da piazza Matteotti: si percorre il lungoportici di via Roma e si gira alla prima traversa a destra(Via Sassari), si fa il giro della piazza del Carmine e si gira a destra in viale Trieste, poi si gira alla quarta traversa a destra in via Pola, la si percorre tutta e si gira nel Corso Vittorio Emanuele, poi si rigira alla prim a destra in viae Merello, poi di nuovo la prima a sinistra in via Vittorio Veneto e la seconda a destra in via Bainsizza. La si percorre tutta e poi si gira a sinistra sino il piazzale. 5 minuti circa.
In pullman da piazza Matteotti: l’8 sino viale Merello.
7) CASTELLO:
Vista a 360 gradi su città, stagni e golfo. Vecchia roccaforte della città di origine medievale, usata poi da spagnoli e piemontesi che la adattarono strutturalmente alle loro esigenze. Dimora nei secoli delle classi egemoni prima e dal secondo dopoguerra del sottoproletariato. Ora residenza mista dei vecchi castellani, immigrati, artisti, studenti e della nuova borghesia cagliaritana. Caratteristico per le pavimentazioni in acciottolato, per le luminarie in stile liberty, la moltitudine di vicoli e viuzze semibui, musei e monumenti, le imponenti porte di accesso al quartiere. Nonchè i tre bastioni dai quali è possibile godere di meravigliose viste: Saint Remy con le terrazze Umberto I, Santa Caterina e Balice a Sud; del Fossario a Est; Santa Croce a Ovest.
Da piazza Matteotti a piedi: si percorre un tratto di via Roma lungoporto, si gira al semaforo a sinistra nl Largo Carlo Felice, poi si gira la terza traversa a destra all’angolo con piazza Yenne in via Manno, alla sommità ci si ritrova sulla sinistra il Bastione di Saint Remy, fortificazione con grande scalinata d’accesso al Castello. A fianco anche ascensore(da via Regina Elena). 10 minuti circa.
In macchina da Tuvixeddu: si ripercorre via Bainsizza sino via dei Punici, si sbuca in via Is Maglias, si gira a destra, poi di nuovo a sinistra sino al semaforo, poi si sale a destra, si percorre viale buocammino e alla seconda traversa si gira a destra, poi alla prima a sinistra in via Porcell e poi di nuovo a destra in via Santa Croce(omonimo Bastione), si prosegue, si oltrepassa il portico e si imbocca via Università, alla fine(sulla destra il Bastione del Balice) sulla sinistra una salita alla fine della quale(a piedi) è situata la terrazza Umberto I del Bastione di Saint Remy; alle spalle in alto quella di Santa Caterina, salendo ancora il Bastione del Fossario sulla destra. 5 minuti circa.
In pullman da Viale Merello: 8 sino viale Buoncammino o via Porcell.
8) MONTECLARO:
Il parco di Monteclaro è uno dei parchi pubblici della città di Cagliari, tra i frequentati per le attività sportive, per passeggiate o pic-nic. Una serie di sentieri, ideali per passeggiate o jogging, accompagnano fino al roseto sulla cima del Monte dove è possibile vistare anche la vecchia rovina e di godere di una bella vista sulla città e sull’hinterland e i monti circostanti. All’interno del parco, sono presenti un bocciodromo, strutture ludiche per bambini, un laghetto abitato da oche, anatre e tartarughe, un bar-ristorante. Durante il periodo estivo in particolare vengono organizzate tutta una serie di manifestazioni culturali, ludiche e ricreative. L’ingresso principale è situato in via Cadello, un altro secondario si trova invece in via Campania.
Da piazza Matteotti a piedi: si percorre un tratto di via Roma lungo portici, si gira al semaforo a sinistra nel Larg Carlo Felice, si gira la terza traversa a adestra in via Manno, la si percorre tutta e, lasciandosia destra la mastodontica fortificazione del Bastione di Saint Remy si imbocca via Regina Elena col suo terrapieno. La si percorre tutta sino i giardini pubblici, ancora diritti per viale San Vincenzo sino il semaforo, poi si svolta adestra in via Is Mirrionis, ancora diritti dopo il semaforo in via Cadello, dopo 150 metri sulla destra l’ingresso. 27 minuti circa
In macchina da Castello: si prosegue diritti per via Università, si scende in via Mazzini, al semaforo si gira a sinistra in via Regina Elena, la si percorre tutta, poi ancora diritti dopo i giardini pubblici per viale san Vincenzo sino al semaforo, al quale si svolta a destra in via Is Mirrionis. Al semaforo di nuovo diritti in Via Cadello: 150 metri sulla destra circa l’ingresso del parco. 4 minuti.
In pullman: l’8 da viale Buonacmmino sino via Cadello angolo via dei Falletti.
9) SAN MICHELE:
Uno dei più alti colli cagliaritani(120 metri sul livello del mare). Dalla sommità dell’omonimo quartiere popolare, ora moderno parco attrezzato e meta di ambita di cagliaritani e turisti per attività sportive, culturali e relax. In cima si trova l’omonimo castello, ora adibito a spazio museale, culturale e ricettivo. Il primo impianto, presumibilmente ad una sola torre, risale al periodo bizantino o primo giudicale(X sec.) ed aveva la funzione di difendere Santa Igia, la capitale del Giudicato di Cagliari. Nel 1327, poco dopo la conquista catalana di Cagliari, il castello fu concesso a Berengario Carroz. Successivamente alla caduta del Giudicato d’Arborea, la funzione difensiva diventò secondaria. Fu allora-nel periodo in cui era feudatario il conte Giacomo Carroz-che il castello diventò una delle più lussuose residenze della Sardegna. L’ultima esponente della famiglia Carroz, che visse come castellana a San Michele, fu la sfortunata contessa violante, la quale morì nel 1511 e quindi il castello fu inglobato tra i beni della corona spagnola. Nel 1652 fu utilizzato come lazzaretto durante la pestilenza. Nel corso del 1700, con gli austriaci prima e con i Savoia poi, il castello iniziò una nuova fase di decadenza. Dal 2820 al 1848 divenne caserma degli invalidi; nel 1895 fu acquistato da un privato, Roberto di San Tommaso, che lo fece restaurare dall’architetto Dionigi Scano, ed impiantò sul colle la pineta tuttoggi esistente. Nel 1930 colle e castello divennero di proprietà militare. Nel 1966 iniziarono i lavori di scavo del castello diretti dall’architetto Renato Salinas, che tra l’altro portarono alla luce marmi e fregi provenienti dalla Basilica di San Saturno di Cagliari, utilizzati dalla famiglia Carroz per ripristinare le murature. Nel 1990 si avviarono i nuovi lavori di restauro del castello e di riassetto del colle.
A piedi da piazza Matteotti: percorrere via Roma lungoportici verso viale Trieste, diritti per viale Trieste, ancora diritti per viale Sant’Avendrace, in piazza Sant’avendrace svoltare sulla destra in Via San Michele, poi via Is Mirrionis, alla terza traversa a destra svoltare in via Fontana Ramirosa, si prosegue per via Brianza, si attraversa via Cornalias e si prosegue sempre dritti per via Cinquini, la si percorre tutta sino l’ingresso del colle. 25 minuti circa.
In macchina da Monteclaro: si incrocia via Cadello sino alla svolta con via Monsignor Piovella sulla destra, la si percorre tutta, salendo, alla quinta traversa si svolta a destra(via Bacu Abis). A destra l’ingresso del parco. 4 minuti.
In pullman: il 5 da via Is Mirrionis sino al capolinea di via Cinquini.
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